La nevralgia del trigemino negli approcci chirurgici della prima metà del Novecento

Nei nostri precedenti articoli, vi abbiamo raccontato quali sono stati, dal Medioevo all’età moderna, i principali protagonisti degli studi sulla nevralgia del trigemino e quali contributi abbiano apportato alla ricerca. 

Sebbene i sintomi di questo “tic douloureux” siano stati ben descritti nel corso della storia della medicina, la sua eziologia inizialmente non fu ben compresa dalla maggior parte dei medici. Oggi parliamo delle tecniche chirurgiche sperimentate nella prima metà del ‘900 e di come esse contribuirono alla ricerca medica in questo campo.

Il Dott. Horsley fu il primo che, nel 1890, riuscì ad intervenire chirurgicamente riuscendo a sezionare in modo molto selettivo i rami pregangliari del trigemino. I suoi interventi avevano purtroppo gravi effetti collaterali ma furono preziosi per le successive ricerche di medici come Hartley e Krause, i quali proposero per primi la gangliectomia del ganglio di Gasser tramite approccio extra-durale sub-temporale. Anche la loro tecnica portava numerose complicanze a cui cercarono di supplire i dottori Frazier e Spiller apportando un’ulteriore modifica a questa tecnica. 

Negli stessi anni il Dott. Cushing aggiunse il suo contributo alla chirurgia trigeminale, proponendo una tecnica che rivisitava quella di Hartley-Krause e che riscosse molto consenso per la sua efficacia e sicurezza.

Suo contemporaneo e allievo fu il Dott. Walter Dandy che propose un nuovo approccio laterale sub-occipitale, definito anche “approccio cerebellare”. 

Nel 1925, lo stesso Dandy pubblicò un rapporto preliminare su una procedura operativa innovativa per pazienti con nevralgia del trigemino. 

È comunemente riconosciuto tra i neurochirurghi che la tecnica di Dandy è stata trascurata per anni a favore della procedura Spiller – Frazier, forse anche per questioni non strettamente mediche, ma personali e politiche.

In realtà la tecnica di Dandy offriva minori tempi operatori, un atto chirurgico più “semplice” e un minor rischio di complicanze post-operatorie e rilevava un nesso di causa tra i parossismi di dolore e la compressione della radice trigeminale da parte delle anse arteriose adiacenti.

Nonostante tutto, questo nuovo modo di approcciarsi alla nevralgia del trigemino non riscosse subito molto successo fra i contemporanei. Ad oggi, tuttavia, gli si riconosce di aver stabilito un punto di svolta nella moderna neurochirurgia. Gli studi di Dandy furono ripresi dal Dott. Gardner e, successivamente, dal Dott. Jannetta.

Gardner nel ’59 fece il primo intervento di decompressione della radice trigeminale, mentre Peter Jannetta nel ’67 propose l’approccio per via sub temporale-transtentoriale.

Il Dott. Hardy modificò successivamente questa tecnica chirurgica proponendo un approccio retro mastoideo, più sicuro rispetto al precedente.

Nel 1912 il Dott. Härtel di Stoccolma introdusse l’approccio gangliare per via transfenoidale e più tardi, Arthur Ecker (1970) – New York (Siracusa), applicando le fluoroscopie mirate, riuscì a visualizzare perfettamente il forame ovale (7 mm) dello sfenoide e così raggiungere il minuscolo ganglio trigeminale in maniera incruenta, non invasiva e senza nessun taglio. 

Nel 1978 il Prof. Ugo Delfino, recatosi a New York dietro preciso invito del Prof. A. Ecker, incontrato a La Spezia in occasione di un Congresso delle Società di Anestesia – Terapia del Dolore, ha avuto l’opportunità di apprendere la Sua metodica e impiegarla, per primo in Italia, con una casistica di oltre 10000 pazienti. 

Oggi sappiamo che l’approccio chirurgico è sì un trattamento risolutivo, ma comporta un danno nella compagine gangliare.

Per questo lo Studio Medico Delfino propone la neurolisi del ganglio di Gasser, una terapia incruenta e mini-invasiva, ampiamente sperimentata dal 1978 e praticabile a tutte le età in completa sicurezza.

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