I “Trigger points” (TP), punti di innesco, o “nodi” muscolari sono aree del corpo di ipereccitabilità il cui stimolo improvviso determina l’innesco del processo che può portare alla nevralgia del trigemino.
L’espressione “Trigger Points” fu introdotta dalla Dott.ssa Janet Travell (1901-1997) nel 1952, che definì essi come “aree localizzate estremamente irritabili e dolorose in un nodulo in un fascio teso di tessuto muscolare.”
Clinicamente la patologia dei Trigger Point Miofasciali consiste in un cambiamento delle fibre muscolari che accorciandosi portano ad uno stato permanente di contrazione.
Si ipotizza che le cause più probabili di questa condizione siano un sovraccarico muscolare o un “carico muscolare scorretto”.
Le zone trigger al tatto sembrano piccole biglie o nodi appena sotto la pelle e si verificano solitamente nei muscoli della zona della testa e del collo.
La stimolazione di esse, in certi casi, provoca enormi sofferenze, per questo motivo chi soffre di nevralgia del trigemino non può lavarsi il viso, radersi o truccarsi.
I dolori percepiti acuti e fastidiosi, vengono descritti come micro-crampi che si focalizzano in un punto specifico detto appunto trigger, che può coinvolgere tuttavia le zone limitrofe.
Esistono diverse tipologie di “nodi” muscolari, con caratteristiche diverse tra loro.
- I Trigger Points “centrali”, quelli situati al centro del ventre muscolare, il cui dolore viene riconosciuto dai pazienti in maniera più frequente.
- I Trigger Points “satelliti”, che si creano nei muscoli intorno a quello considerato fulcro del dolore, che rimane il primo da trattare.
- I Trigger Points “latenti”, che non provocano dolore riferito ma portano a rigidità muscolare e possono accendere fastidi in seguito a stimolazioni.
- I Trigger Points “attivi”, primari o secondari risultano dolenti alla palpazione.
- I Trigger Points nei punti di “attacco”, sono considerati quelli presenti nei punti tendinei.
- I Trigger Points “diffusi”, interessano un’intera parte del corpo e spesso sono correlati a malformazioni posturali come la scoliosi o l’iperlordosi.
Comprendere con chiarezza la causa del dolore è un elemento fondamentale per fare una corretta valutazione e consente di ridurre al minimo l’errore valutativo e terapeutico.
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